Il culto micaelico è molto diffuso sia in Oriente che in Occidente, come testimoniano le innumerevoli chiese, santuari, monasteri e anche monti intitolati al suo nome. A san Michele sono dedicati, già dal secolo X, sia un santuario rupestre che un’abbazia, originariamente dedicati a sant’Ippolito, eretti sull’istmo dei piccoli laghi di Monticchio, sullo sfondo di una vegetazione rigogliosa, ricca di castagni, di faggi, di abeti bianchi, ma anche di coltivazioni di viti da cui si produce l’“Aglianico”, uno dei più pregiati vini italiani.

L’interno del santuario è formato da una grotta naturale che costituiva il luogo di culto primitivo, oggi inglobata da una grande chiesa in muratura. La statua di san Michele, oggetto del culto, fu realizzata nel XVII secolo da padre Felice da Marsico, essendo la precedente quasi marcita, e raffigura l’Arcangelo secondo la consueta iconografia, nell’atto di colpire il demonio steso ai suoi piedi. Michele deriva dall’espressione «Mi-ka-El», che significa «chi è come Dio?» e poiché nessuno è come l’Onnipotente, l’Arcangelo combatte tutti coloro che si innalzano con superbia, sfidando l’Altissimo.

Nella grotta, scavata nel tufo con tracce di depositi riconducibili al IV – III secolo a.C., si conservavano oggetti votivi e funebri, fra i quali secondo alcune vecchie ricostruzioni degli scavi, diversi idoli in terracotta, insieme a monete magnogreche e romano-imperiali e resti di vasche circolari e tubi appartenenti forse a una originaria struttura termale. L’area vide una prima presenza di monaci italo-greci, che avrebbero trovato rifugio in terra longobarda sfuggendo alla furia iconoclasta di Leone III Isaurico; nel X secolo vi si insediò una comunità benedettina, i cui interventi architettonici furono condotti sulla linea di quelli dell’abbazia di San Vincenzo al Volturno. Papa Niccolò II consacrò la cripta nell’anno 1059.

La Badia di San Michele, che godette di grande prestigio, fu ceduta all’Ordine costantiniano fra la seconda metà del XVIII e il XIX secolo, quindi divenne proprietà dello Stato. Recenti interventi di restauro hanno previsto fra l’altro la rimozione delle decorazioni barocche e il ripristino di una gradinata a collegamento fra la chiesa e l’edicola dedicata al santo. Le feste sono quelle di tutti gli altri santuari micaelici: l’8 maggio e il 29 settembre.

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