La proposta della Basilicata

Il progetto “Giubileo 2025 Pellegrini di Speranza – La Basilicata, terra di fede e devozione” è frutto del Protocollo d’Intesa tra l’Agenzia di Promozione Territoriale e la Conferenza Episcopale della Basilicata al fine di valorizzare il patrimonio storico, culturale religioso ed artistico del territorio regionale.

In collaborazione con tutte le Diocesi lucane e in linea con il tema dell’anno giubilare, sono stati individuati per ognuna i luoghi che meglio esprimessero quel bisogno di semplicità e religiosità a cui tanti anelano per placare le inquietudini della vita contemporanea. Un cammino spirituale alla ricerca del sé e del proprio equilibrio interiore che può estendersi poi anche ai luoghi più noti del patrimonio ecclesiastico e agli eventi liturgici che scandiscono il sentimento di fides del popolo lucano.

Pellegrinaggi in Basilicata ai "Luoghi dello spirito"

a cura di don Antonio Laurita | Consulente scientifico del progetto "Giubileo 2025 - Pellegrini di Speranza - La Basilicata, terra di fede e di devozione"

Il pellegrinaggio è una pratica devozionale che consiste nel recarsi collettivamente o individualmente a un santuario.

Una volta alla parola “pellegrinaggio” si associava forse l’immagine dei penitenti che si inerpicavano faticosamente per raggiungere un santuario, talvolta a piedi scalzi e flagellandosi la schiena per meglio impetrare una grazia; ai nostri giorni il pellegrinaggio rappresenta anche un’evasione dalla monotonia della vita ordinaria, rendendo possibile conoscere nuovi luoghi ma conservando intatto l’originario spirito di un cammino comunitario verso la fede.

L’opera in preparazione per il Giubileo 2025 vuole focalizzare l’attenzione appunto su quei tanti luoghi di pellegrinaggio che abbiamo a portata di “gita fuori porta”, anziché pensare solo a luoghi come Santiago de Compostela, Lourdes, Fatima, Medjugorje o San Giovanni Rotondo. Per carità, non si vuole certo sminuire l’eco degli eventi miracolosi ivi registrati; vogliamo solo porre l’accento sul fatto che dal punto di vista della fede un pellegrinaggio a Tolve piuttosto che ad Acerenza non riveste certamente una valenza minore; anzi, può essere anche l’occasione per conoscere almeno parte del patrimonio artistico della regione, spesso misconosciuto. È un po’ come il tale che si vanta di essere stato a Parigi o New York, ma non ha mai visitato Venezia o Palermo…

I nostri sono santuari a volte risalenti all’epoca delle crociate, oggi spesso dimenticati dai più, ma che nel passato sono stati meta di un considerevole transito di pellegrini; e alcuni, pur avendo subito l’ingiuria dei secoli, sono ancora in grado di testimoniare l’impegno e la fede di uomini e donne d’ogni estrazione.
Molti sono stati edificati ad alta quota, forse per simboleggiare la necessità dello sforzo nel raggiungere la meta o forse per fornire la sensazione di ascendere verso Dio; altre volte sono stati ricavati in grotte rupestri o lungo le strade che collegavano Roma con la Terra Santa; spesso sono in zone particolarmente ricche di boschi tipici della regione (querce, castagni, cerri, faggi) oppure vicini a corsi d’acqua.

Ecco quindi che la definizione di “luoghi dello spirito” è doppiamente azzeccata, considerando la fede insita nei luoghi ma anche i sentimenti di pace e quiete che essi ispirano, specialmente oggi che in tanti hanno dimenticato cosa sia il mormorio del ruscello o il frullare delle ali dei volatili nel bosco.
Considerando le ridotte dimensioni della regione, sono anche tanti: nelle Diocesi in cui è suddivisa la regione ne sono stati considerati ben 91, dalle chiese di maestosa architettura alle piccole e semplici cappelle rurali. Tutte hanno alle spalle una storia intensa e all’interno testimonianze dell’opera di prestigiosi artisti o modesti artigiani: dipinti, affreschi o statue che vanno da rappresentazioni quasi naif a raffigurazioni capaci di provocare profonde emozioni; il che, senza andare a scomodare la sindrome di Stendhal, è proprio dell’arte.

Molti di essi sono accomunati da antiche leggende circa la loro origine, quasi sempre basata su eventi prodigiosi di cui sono stati testimoni dei popolani, contadini o pastori.

Oggi ci assillano innumerevoli pubblicità dei cosiddetti “integratori”: per i bimbi che devono crescere, per gli adulti che sono stressati, per quelli che hanno superato gli “anta” e devono rigorosamente mantenersi aitanti e vigorosi. Bene, se consideriamo che i pellegrinaggi a questi luoghi dello spirito costituiscono un cammino fisico e interiore che, accompagnandosi al silenzio e alla riflessione, conduce al riappropriarsi di se stessi, li potremmo considerare come degli “integratori spirituali”, utili a rinfrancare anche l’anima e la conoscenza.

don Antonio Laurita

Il Giubileo 2025 si aprirà ufficialmente il 24 dicembre 2024 alle ore 19.00, con il rito di Apertura della Porta Santa della Basilica Papale di San Pietro da parte del Santo Padre, che a seguire presiederà la celebrazione della Santa Messa nella notte del Natale del Signore all’interno della Basilica.