In Basilicata sono stati finora rintracciati 10 siti rupestri dedicati a san Michele, costituiti da grotte naturali nelle quali sono edificati altari e cappelle con la statua o l’immagine dipinta dell’Arcangelo. Lo storico Giustino Fortunato, nelle prime pagine della sua opera La badia di Monticchio, sottolinea come negli anni tempestosi fra VIII e X secolo, con gli scontri e le lotte fra longobardi e bizantini, il culto micaelico giunse “ad affratellare gli animi, riunendo in una stessa fede vincitori e vinti, indigeni e stranieri”.
Fra questi vi è il Santuario rurale di San Michele, situato in località Sant’Angelo, una gola tra i monti Ciglio e San Bernardino a 4 km. dall’abitato di Pignola, in un bosco di querce, castagni e noci. La chiesa faceva parte di un antico convento degli Osservanti, costruito verso il 1530, di cui sono ancora visibili i ruderi.
Sotto la chiesa, semplice e a una navata, con al centro l’altare su cui è esposta alla venerazione dei fedeli la statua lignea dell’Arcangelo, è presente una grotta naturale, il cui culto aveva probabilmente come modello il più antico santuario dell’Europa occidentale dedicato a san Michele, quello del Monte Gargano. La grotta ha un impianto rettangolare; nella parte terminale due piccole gradinate conducono a un piano sopraelevato, al di sotto del quale si apre l’accesso alla cavità naturale, non ancora del tutto esplorata. Secondo una credenza popolare, nella profonda estremità della grotta esisterebbe un piccolo cunicolo, da sempre considerato l’abituale dimora del diavolo.
Il culto di San Michele a Pignola risale alla fine di questo V secolo: Papa Gelasio I chiese nel 493-494 al Vescovo Giusto di Larino di consacrare una basilica a San Michele e, due anni più tardi, presentò una similare domanda al Vescovo di Potenza Erculenzio a proposito di una basilica di San Michele Arcangelo e di San Marco. L’intento del Papa era quello di sostituire gli antichi culti pagani con il culto cristiano. Con molta probabilità, la sua richiesta scaturì nel passaggio della grotta da Mitreo a basilica dedicata appunto all’Arcangelo.
Nella grotta era venerata una statua lignea affigurante l’Arcangelo Michele con i piedi sul demonio. Il braccio destro era alzato in alto a brandire la spada, mentre il braccio sinistro, rivolto verso il basso, sorreggeva la bilancia. La statua, databile agli inizi del XV secolo, è stata trafugata nel 1996 e sostituita da una nuova statua riproducente quella antica, realizzata in marmo bianco.
Il 29 settembre e l’8 maggio la popolazione si reca al Santuario, da dove l’immagine dell’Arcangelo viene condotta in processione; nei pressi si trova una fonte le cui acque erano ritenute miracolose per i fedeli grazie all’intercessione dell’Arcangelo.
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