La cappella dedicata al martire San Vito, nel rione Capo Casale di Maratea, ai margini del bosco di monte San Biagio, è considerata la più antica del centro storico. La struttura architettonica, molto semplice, risale all’anno Mille. All’interno, a navata unica, si distingue sull’altare maggiore un affresco quattrocentesco raffigurante una Madonna in trono e alla sua sinistra san Giovanni Battista. Cinquecenteschi sono l’affresco di San Rocco sulla parete destra della navata e i due piccoli frammenti raffiguranti i volti di San Biagio e San Francesco d’Assisi. La chiesa è stata restaurata tra il 1979 e il 1980 grazie anche all’interessamento del parroco Amedeo Maccacaro (1929-2001) dei Padri O.M.I., e di alcuni fedeli di Maratea.
San Vito, nato, secondo la leggenda, a Mazzara del Vallo negli ultimi anni del III secolo d.C. e convertito ancor fanciullo al Cristianesimo, subì il martirio sotto l’imperatore Diocleziano il 15 giugno 303 in Lucania, sulle sponde del fiume Sele. San Vito è protettore dei ballerini, poiché spesso guarì i malati di “Corea”, malattia nota per gli spasmi e tremori, nota come “ballo di San Vito”, ma è anche invocato contro l’insonnia, l’ossessione demoniaca ed i morsi dei cani rabbiosi, motivo per cui è rappresentato con un cane al guinzaglio, oltre che con la palma, segno del martirio.
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Maratea