Lungo la strada che sale verso il centro più antico di Acerenza, accanto all’antico seminario diocesano, oggi palazzo vescovile e museo diocesano, si erge una cappella gentilizia dedicata al santo predicatore e taumaturgo domenicano Vincenzo Ferrer (1360-1419), detto l’“Angelo dell’Apocalisse”, per le sue prediche infuocate in cui parlava dell’Anticristo, della fine del mondo, del giudizio finale.
L’accesso alla chiesetta è possibile tramite una piccola scalinata che termina con un semplice ma grazioso portale. La facciata si presenta dalle linee classiche, in pietra, delimitata da due colonne e con un piccolo rosone centrale. L’interno è a navata unica coperta da due volte a crociera decorata da applicazioni in stile barocco ed ospita una sepoltura a sarcofago di una giovane donna e sua figlia, appartenenti alla famiglia notabile Gala di Acerenza. Sul fondo risalta l’altare maggiore che ospita nella nicchia la statua del santo patrono della chiesa; realizzato in marmo viola e stucchi bianchi, è ampio e solenne e presenta una mensa con paliotto e doppia coppia di volute, sormontate da altrettante teste d’angelo. Il pavimento ha una particolare importanza architettonica per la sua realizzazione in maioliche policrome. Sul lato sinistro della navata un piccolo coro ligneo decorato sorregge un prezioso organo del Settecento. L’intero complesso è sormontato da cuspidi piramidali ed arricchito dallo stemma gentilizio della famiglia Gala.
San Vincenzo Ferrer, spagnolo di Valencia, non fu mai in Italia, ma in Basilicata è patrono di San Severino Lucano e Cersosimo; viene anche festeggiato a San Mauro Forte, Brindisi di Montagna, a Cecci, frazione di San Fele, e in altre località.
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