La decisione era presa. Davanti alla chiesa madre di Castelmezzano, il comandante del reparto francese stava per dar l’ordine di eseguire una rappresaglia contro gli abitanti, colpevoli di aver ospitato dei “briganti” antigiacobini quando, posando lo sguardo sull’immagine al centro della maestosa facciata, riconobbe l’immagine del suo concittadino, san Rocco di Montpellier. L’esecuzione fu immediatamente sospesa e la città fu salva.
E’ questo uno dei miracoli attribuiti a san Rocco, patrono di Castelmezzano come di altri centri della Basilicata. La chiesa che ne espone l’affresco, sotto il grande orologio centrale, viene indicata già nel 1544 col nome “Santa Maria dell’Olmo” in occasione della visita pastorale dell’arcivescovo di Acerenza e Matera, cardinale Giovanni Michele Saraceno. La prima epoca di costruzione risale tuttavia al XIII secolo. La facciata è in stile romanico, scandita da quattro colonne in lunghezza e quattro finestroni, con un lungo cornicione decorato da fiori, leoni, aquile a due teste e teste di tori. Fino alla metà dell’Ottocento la chiesa era composta da una navata con quattro piccole cappelle laterali (quelle di Gesù Cristo, Beneficenza, Purgatorio e Sant’Antonio). Nel 1870, l’arciprete don Michele Arcangelo Volini fece ampliare ulteriormente la navata centrale, ristrutturò la sagrestia, rifece il campanile e diede la forma alle due navate laterali. La forma attuale è opera della Sovraintendenza, con le ricostruzioni post-terremoto del 1980.
La chiesa custodisce, oltre a una statua e a un pregevole polittico dedicato a san Rocco, una statua lignea policroma di Santa Maria dell’Olmo, risalente agli inizi del XIV sec.; un’altra statua lignea, di poco posteriore, della Madonna col Bambino, caratteristica per i riccioli biondi; e, nella parte centrale della navata di destra, tre pale d’altare in legno della Madonna della Stella, del XVII sec. (una, detta del Purgatorio, a destra dell’ingresso, la seconda, del Sacro Cuore, a sinistra, e l’ultima, che fa da cornice alla Madonna dell’Addolorata). L’interno è arricchito inoltre da una splendida Sacra Famiglia (o Trinità Terrestre), attribuita al pittore seicentesco Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesano.
Sull’architrave di S. Maria dell’Olmo la Croce a otto punte dei Templari, comparsa dopo i lavori di restauro (1992), testimonia la presenza dell’ordine cavalleresco, che creò nelle Dolomiti Lucane uno dei suoi “ospizi” riservati all’ospitalità e alla cura dei cavalieri e dei pellegrini in viaggio verso Gerusalemme. Sulla facciata della chiesa compare la rosa pentalobata, simbolo anch’essa dei Templari.
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Castelmezzano