Una delle caratteristiche dei santuari della Basilicata è quella di essere situati in luoghi spesso montuosi e impervi, forse perché, percorrendo in salita la strada per arrivarvi lasciandosi alle spalle la realtà del vivere quotidiano, si abbia la sensazione di ascendere verso Dio. Uno di questi luoghi è il Santuario di Monte Saraceno, arroccato sulla cima di uno sperone roccioso dominante tutta la vallata che dal monte di Viggiano si allarga e si stende fino a Caperrino.
Il Santuario sarebbe stato costruito intorno al 1150 dai Monaci Benedettini nei pressi di una grotta in cui si tramanda abbia dimorato un eremita; di qui la denominazione della “grotta del romito”. La sua forma architettonica estremamente semplice è però frutto di un rifacimento del XV secolo, mentre nel 1999 fu rifatto il portone ligneo principale. Attraverso il vano del portale la luce illumina il volto della Madonna che viene venerata nel Santuario: una scultura in legno e gesso della Vergine col Bambino, realizzata nel 1629, forse ricalcando l’iconografia di una statua più antica andata perduta. L’immagine è stata restaurata nel 1873 dopo i danni provocati da un terremoto ed è custodita in un’urna denominata “caggia” (teca). La Madonna, seduta, è vestita di una tunica rosa; con la mano destra sorregge il Bambino, dai capelli lunghi, con veste sfarzosa, che benedice. In cima all’altare, in un riquadro, l’invocazione: “Regina del Monte Saraceno, prega per noi”.
Vengono attribuiti alla Madonna vari miracoli, tra cui, nel corso delle due guerre mondiali del XX secolo, la protezione di molti soldati sul campo di battaglia.
Il Santuario è distante circa 8 km da Calvello ed è la meta finale della processione più importante del paese, nella seconda domenica di maggio, quando la statua viene trasportata in processione dalla chiesa madre al Santuario. L’otto settembre viene riportata nella chiesa parrocchiale. Si crede che dal viso della statua, al suo rientro in paese, si possa pronosticare il proprio futuro, di gioia o di dolore, a seconda della sua fisionomia e del suo sguardo. Nelle sere delle due vigilie delle feste di maggio e di settembre i giovani allestiscono in paese enormi falò di ginestre, i cosiddetti fucanoi, in onore della Madonna.
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Calvello