Episcopia è una cittadina di origine bizantina, il cui nome deriva dal greco episcopeo, osservare, che potrebbe riferirsi a un luogo posto di vedetta per il controllo di un territorio. A circa 3 Km. dall’abitato, su un pianoro sulla riva del fiume Sinni, si trova il santuario di Santa Maria del Piano, fondato dai cistercensi intorno al XIII secolo sui resti o nelle vicinanze di un monastero italo-greco.
L’origine della devozione popolare alla Madonna del Piano (un tempo Madonna della Neve), risale al ritrovamento, agli inizi del 1500, di una statua lignea nella cavità di una quercia, da parte di alcuni mietitori. L’ultimo restauro del 2017 ha restituito la statua all’antico splendore, mentre quello precedente del 1987 aveva recuperato solo in parte la facies originaria.
La Madonna, seduta su un trono, è vestita con una semplice tunica rossa ricoperta da un manto azzurro fermato sul petto. Il braccio sinistro sostiene il Bambino in piedi sul suo ginocchio e l’avambraccio destro è proteso per contenere un oggetto (fiore o offerte votive) attualmente scomparso. Il Bambino benedice con la mano destra, mentre con la mano sinistra sorregge “il globo crucigero” a significare il dominio di Dio sulla Terra. Secondo alcuni critici dell’arte, la datazione della “Madonna col Bambino” di Episcopia oscilla fra i secoli XIV e XVI. Tuttavia la scultura non è facilmente, ascrivibile, sia per l’assenza di una documentazione storica diretta, sia per la compresenza di diversi linguaggi stilistici; probabilmente però risale al tardo gotico, come confermato dal restauratore nel 2017, che ne ha collocato l’origine in epoca bizantina.
La chiesa, annessa al convento francescano, presenta un’unica navata, coperta da un cassonetto ligneo intagliato e delirato a tempera, che in prossimità dell’arco trionfale, reca la scritta “Hoc locus terribilis est”, a ricordo di un terremoto che nel XVII secolo recò gravi danni alla struttura.
Le pareti sono decorate da affreschi databili alla seconda metà del secolo XVI, dipinti da maestranze locali.
Le celebrazioni religiose si svolgono nella giornata del 5 agosto quando la statua viene condotta in processione dalla chiesa madre al piazzale antistante al santuario. Nel pomeriggio la scultura viene riportata in paese dove, nella piazza di San Nicola, viene celebrata una solenne Messa all’aperto. La sera si svolge una festa popolare con la sfilata delle “gregne”, covoni di spighe portati sulla testa delle donne e degli “scigli”, strutture in legno rivestite di spighe e di grano, portate a spalle dai mietitori, che si muovono a passo di danza. Il giorno successivo, i vari momenti della festa sono caratterizzati dal cosiddetto “gioco del falcetto”: con l’arnese di lavoro in una mano ed un manipolo di spighe nell’altra, alcuni uomini si muovono con gesti rituali attorno alla statua della Vergine.
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Episcopia